I Kata
La parola Kata nella lingua giapponese in antichità assumeva il significato di simbolo per enfatizzarne il contenuto spirituale, in seguito assunse il significato più semplice di forma: infatti il Kata è un succedersi di tecniche di parata e attacco prestabilite contro più avversari immaginari.
Nell'esecuzione del Kata, si dà molto importanza alla qualità formale delle singole tecniche, delle posizioni e degli spostamenti.
Non ci si deve però fermare all'aspetto estetico: il Kata è un vero combattimento, seppur codificato, quindi deve esprimere efficacia.
Per i praticanti rappresenta l'essenza dell'arte marziale perché racchiude in sé lo studio delle tecniche fondamentali (Kihon)
Ciò che conta non è il numero di Kata presenti in uno stile, ma che in questi Kata siano rappresentati gli elementi distintivi e caratterizzanti dello stile stesso.
I dieci elementi del Kata:
- Yio no kishin è lo stato di concentrazione tipico di chi si sente attaccato.
- Inyo è l'attacco e la difesa.
- Chikara no kiojaku è il grado di forza da impiegare in ogni momento del kata.
- Waza no kankyu è il grado di velocità da usare in ogni tecnica.
- Taino shin shoku è la contrazione ed espansione dei muscoli del corpo.
- Kokyu è la respirazione, sempre in sintonia con i movimenti.
- Tyakugan è il significato che deve avere ogni tecnica nel kata, per fare ciò, occorre visualizzare mentalmente un avversario.
- Kiai è un urlo causato dalla contrazione della parete addominale; serve per migliorare l'espirazione in un momento di particolare necessità di potenza nel kata.
- Keitai no hoji è la corretta posizione da eseguire in ogni movimento; rispettando le posizioni è possibile ritornare al punto di partenza una volta terminato il kata.
- Zanshin è lo stato mentale di guardia da tenersi anche al termine del kata: dallo stato di Kamae, allo stato di Yame.
1° KATA
2° KATA